Estratto da "La rosa di Parigi"
Marianne entrò come una furia nel salotto privato del marchese de Saint-Fraycourt e sprofondò in una poltrona.
“Dio, come lo odio!”, disse ripensando ancora alla discussione avuta con Nicolas, “Lo ammazzerei con le mie mani.”
“A chi vi riferite, Marianne?”
Il marchese la stava fissando con aria indagatrice ed ella si affrettò a rispondere: “A quell’idiota di Nicolas de Soissons. Ero andata da lui con le migliori intenzioni e mi ha trattata come una volgare sgualdrina. Ha persino avuto l’ardire di farmi intendere che non sono degna di essere amica di sua sorella.”
“Allora vuol dire che vi conosce bene, mia cara.”
“Oh, andate al diavolo, Alain. Non sono in vena di apprezzare le vostre malignità. Adesso tutto ciò che voglio è vendicarmi.”
Marianne distese le lunghe gambe affusolate su uno sgabello, dopo di che cominciò a riflettere sul da farsi. Aveva un non so che di affascinante in quella posizione ed il marchese de Saint-Fraycourt rimase a guardarla con una strana luce negli occhi. A pensarci bene, la baronessa de Courtizot era proprio una bella donna, con quei suoi lunghi capelli color castano ramato e gli occhi violetti. Doveva avere all’incirca venticinque anni, pensò Alain, e da due era rimasta vedova, nonché unica erede di un’inestimabile fortuna, dal momento che non aveva figli.
“Alain, ho trovato!”, esclamò all’improvviso Marianne interrompendo il corso dei suoi pensieri, “Adesso so come vendicarmi di Nicolas, ma per farlo ho bisogno del vostro aiuto.”
“Sono a vostra disposizione, mia cara, cosa devo fare?”
La baronessa sorrise.
“Ero sicura che mi avreste aiutata. Ascoltate attentamente ciò che ho da dirvi.”
“Sono tutt’orecchi, madame.”
“Nicolas ha fatto venire qui a corte sua sorella per trovarle un marito, credo che abbia già in mente qualcuno, anche se non so di chi si tratti…”
“Non vorrete che la sposi io, spero. Sapete che sono contrario al matrimonio.”
Marianne scoppiò in un’allegra risata.
“Oh, non preoccupatevi, anche se voleste Nicolas non darebbe mai in sposa la sua sorellina ad un libertino come voi.”
“Allora temo di non capire.”
“Non c’è nulla di più semplice, mio caro. Cosa succederebbe se la dolce bambina innocente non si rivelasse più tale, a nozze avvenute?”
Un sorrisino malizioso illuminò il volto della baronessa e Alain de Saint-Fraycourt disse: “Credo di cominciare a capire dove volete arrivare, Marianne, e l’idea mi piace.”
“Perfetto! Per voi sarà un gioco da ragazzi occuparvi della sorella di Nicolas, sappiamo tutti che siete un rubacuori.”
“Già”, fece quindi il marchese avvicinandosi a lei con quella strana luce negli occhi, “Ma da tutto questo io cosa ci guadagno?”
La baronessa sorrise nuovamente e si sporse in avanti per permettergli di vedere ciò che la scollatura del corpetto metteva in evidenza.
“Mio caro Alain”, disse con voce roca, “Dovreste sapere che pago sempre i miei debiti.”
“Dio, come lo odio!”, disse ripensando ancora alla discussione avuta con Nicolas, “Lo ammazzerei con le mie mani.”
“A chi vi riferite, Marianne?”
Il marchese la stava fissando con aria indagatrice ed ella si affrettò a rispondere: “A quell’idiota di Nicolas de Soissons. Ero andata da lui con le migliori intenzioni e mi ha trattata come una volgare sgualdrina. Ha persino avuto l’ardire di farmi intendere che non sono degna di essere amica di sua sorella.”
“Allora vuol dire che vi conosce bene, mia cara.”
“Oh, andate al diavolo, Alain. Non sono in vena di apprezzare le vostre malignità. Adesso tutto ciò che voglio è vendicarmi.”
Marianne distese le lunghe gambe affusolate su uno sgabello, dopo di che cominciò a riflettere sul da farsi. Aveva un non so che di affascinante in quella posizione ed il marchese de Saint-Fraycourt rimase a guardarla con una strana luce negli occhi. A pensarci bene, la baronessa de Courtizot era proprio una bella donna, con quei suoi lunghi capelli color castano ramato e gli occhi violetti. Doveva avere all’incirca venticinque anni, pensò Alain, e da due era rimasta vedova, nonché unica erede di un’inestimabile fortuna, dal momento che non aveva figli.
“Alain, ho trovato!”, esclamò all’improvviso Marianne interrompendo il corso dei suoi pensieri, “Adesso so come vendicarmi di Nicolas, ma per farlo ho bisogno del vostro aiuto.”
“Sono a vostra disposizione, mia cara, cosa devo fare?”
La baronessa sorrise.
“Ero sicura che mi avreste aiutata. Ascoltate attentamente ciò che ho da dirvi.”
“Sono tutt’orecchi, madame.”
“Nicolas ha fatto venire qui a corte sua sorella per trovarle un marito, credo che abbia già in mente qualcuno, anche se non so di chi si tratti…”
“Non vorrete che la sposi io, spero. Sapete che sono contrario al matrimonio.”
Marianne scoppiò in un’allegra risata.
“Oh, non preoccupatevi, anche se voleste Nicolas non darebbe mai in sposa la sua sorellina ad un libertino come voi.”
“Allora temo di non capire.”
“Non c’è nulla di più semplice, mio caro. Cosa succederebbe se la dolce bambina innocente non si rivelasse più tale, a nozze avvenute?”
Un sorrisino malizioso illuminò il volto della baronessa e Alain de Saint-Fraycourt disse: “Credo di cominciare a capire dove volete arrivare, Marianne, e l’idea mi piace.”
“Perfetto! Per voi sarà un gioco da ragazzi occuparvi della sorella di Nicolas, sappiamo tutti che siete un rubacuori.”
“Già”, fece quindi il marchese avvicinandosi a lei con quella strana luce negli occhi, “Ma da tutto questo io cosa ci guadagno?”
La baronessa sorrise nuovamente e si sporse in avanti per permettergli di vedere ciò che la scollatura del corpetto metteva in evidenza.
“Mio caro Alain”, disse con voce roca, “Dovreste sapere che pago sempre i miei debiti.”
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