SCANDALOSI LEGAMI - Prima puntata
Carissime lettrici,
per il nostro appuntamento settimanale con le mie opere inedite oggi vi propongo la prima parte di un romanzo a puntate, dal titolo "Scandalosi legami". Questa la trama:
per il nostro appuntamento settimanale con le mie opere inedite oggi vi propongo la prima parte di un romanzo a puntate, dal titolo "Scandalosi legami". Questa la trama:
Diana Ricci si considera una
donna comune, lavora in un liceo di Torino e da tre anni non ha una relazione.
Non è brutta, ma nasconde il proprio fascino sotto abiti dimessi e pettinature
fuori moda, forse per paura di essere notata.
Andrea Sartori, al contrario, è
un uomo sicuro di sé, ricco, affascinante e carismatico. Non vuole relazioni
stabili, ma ama le belle donne e gli
riesce facile conquistarle. Tuttavia, quando incontra Diana per caso, nella
scuola frequentata dalla figlia adolescente, riesce a vedere al di là delle
apparenze e capisce che sotto quegli abiti dimessi batte il cuore di una donna
estremamente passionale e ricca di sensualità. In quel momento Andrea prende
una decisione: vuole Diana nel suo letto, a ogni costo.
All’inizio Diana è confusa dalle
attenzioni di Andrea. È il padre di una sua allieva e intrecciare con lui una
relazione non è affatto professionale. Eppure i suoi sensi si risvegliano ogni
volta che lo vede, rendendole impossibile resistergli.
Scandalosi legami è la storia
indimenticabile di una donna fragile che subisce il fascino di un uomo potente
e bellissimo, in un mix esplosivo di erotismo e seduzione. Ma è anche la storia
di un’adolescente, Viola, alle prese coi primi turbamenti d’amore: quel
sentimento proibito e scandaloso che nutre per Jacopo, il proprio insegnante di
inglese.
Buona lettura!
CAPITOLO 1
Diana si affrettò su per le
scale, con il cuore che le batteva forte nel petto. Odiava arrivare in ritardo
al lavoro, ma quella stramaledetta mattina la sveglia aveva pensato bene di non
suonare e così ora si ritrovava a correre come una maratoneta, nella speranza
che il preside non venisse a sapere che aveva lasciato la classe scoperta per
dieci minuti buoni.
Stava per raggiungere la porta della III
B, quando la voce di Lucia, la bidella del secondo piano, la bloccò
all’improvviso. – Professoressa Ricci, meno male che è arrivata! È attesa con
urgenza in sala professori.
A Diana mancò un battito. – In sala
professori? Ma come faccio con la classe? Chi mi tiene i ragazzi?
Lucia le indirizzò un sorriso indulgente e
si scostò un ricciolo biondo platino dalla fronte. – Non si preoccupi, ci penso
io. Vada tranquilla.
Diana si morse il labbro inferiore,
indecisa sul da farsi. Era strano che Alberti la convocasse in sala professori,
piuttosto che in presidenza. A meno che non fosse rimasto lì ad attenderla,
orologio alla mano, sperando di beccarla al suo arrivo per farle una bella
lavata di capo. Evidentemente il caro preside non immaginava che, in caso di
ritardo, lei avesse un accordo con la collega di matematica, la quale le
portava i registri direttamente in classe, evitandole di dover passare dal
proprio armadietto a prenderli.
Alla fine si decise. Non poteva far finta
di nulla e mettersi a fare lezione. Prima o poi avrebbe dovuto affrontare
Alberti, faccia a faccia. Con un sospiro rassegnato ridiscese la scalinata fino
al piano sottostante e si infilò in sala professori, pronta a ricevere le
lamentele del preside. Ma l’uomo che trovò ad attenderla non assomigliava
neanche lontanamente ad Alberti.
Era un uomo alto, bello da togliere il
fiato. Al suo arrivo si voltò e Diana ebbe un’ampia visuale delle sue spalle
larghe, i fianchi stretti e le cosce forti e muscolose che trasparivano dal
completo grigio scuro di Armani. Per un attimo trattenne il respiro,
rimproverandosi di non essersi data una sistemata, prima di piombare in sala
professori come una furia. Doveva avere un’aria scarmigliata e sciatta. In
poche parole impresentabile.
Deglutì, mentre gli occhi azzurro ghiaccio
di quel dio greco si posavano su di lei, penetranti come lame.
– Lei è la professoressa Ricci? – chiese con
una voce bassa e roca che la fece rabbrividire.
Diana si sistemò un ciuffo di capelli
dietro l’orecchio, nel vano tentativo di darsi un contegno. – Sì, sono io. Con
chi ho il piacere di parlare?
Lo sconosciuto fece un passo avanti per
stringerle la mano. – Mi chiamo Andrea Sartori. Sono il padre di Viola, una sua
allieva dell’ultimo anno.
La sua presa era forte e salda. Per un istante
Diana si dimenticò di respirare.
Viola?
Rifletti, Ricci. Rifletti.
– Sì, certo. Viola – Il suo sguardo
scivolò lungo il corpo atletico di quell’uomo, fino a posarsi all’altezza
dell’inguine. Ma tornò immediatamente a guardarlo in faccia, colta da
imbarazzo. – E in cosa posso aiutarla, signor Sartori?
Lui sollevò un sopracciglio e fece un
sorrisino, lasciando intendere di aver intercettato la sua occhiata
inopportuna. – Avrei in mente un paio di idee, professoressa Ricci. Comunque,
sono qui per parlare di mia figlia. Ho saputo che il suo rendimento scolastico
è seriamente calato, negli ultimi tempi.
Diana si impose di restare calma. Inspirò piano,
prima di riprendere a parlare. – Apprezzo il suo interesse per il rendimento
scolastico di sua figlia, signor Sartori – cominciò in tono professionale,
sforzandosi di controllare il tremore della propria voce. – Tuttavia, non
ricevo i genitori degli alunni il lunedì mattina. In questo momento dovrei
essere su in classe, a svolgere la mia lezione. Ho lasciato l’aula incustodita
per venire a parlare con lei.
Il dio greco si appoggiò con la schiena a
uno degli armadietti, fissandola con un’intensità tale da stordirla. Incrociò
le braccia sul petto, mettendo in evidenza i suoi muscoli scolpiti, attraverso
la stoffa pregiata della camicia azzurrina, e distese le labbra in un sorriso
ironico, quasi sprezzante. – E quando crede di potermi ricevere, professoressa
Ricci?
Diana fu percorsa da un brivido. Aveva la
gola secca ed era un miracolo se riusciva ancora a parlare. – Ho un’ora di
ricevimento parenti il giovedì alle undici.
La sua bassa risata la colse di sorpresa.
– Sono un uomo molto impegnato, professoressa. Giovedì a quell’ora dovrei
essere a Londra per una riunione di lavoro a cui non posso mancare. Dubito di
riuscire a trovare il tempo per un colloquio con lei. Che ne dice di stasera a
cena, invece? Posso passare a prenderla alle otto.
Diana sbatté le ciglia, incredula.
Aveva detto a cena? Alle otto?
Per un attimo non riuscì a capire se era
più forte l’irritazione che provava o lo sconcerto. Strinse gli occhi,
sistemandosi meglio gli occhiali sulla punta del naso, e gli lanciò quella che
si augurò essere un’occhiata ricolma di sdegno. – Non sono solita ricevere i
genitori delle mie allieve a cena, signor Sartori – sibilò, irrigidendosi. – Se
vuole parlare con me di sua figlia, dovrà trovare il tempo. Sono stata chiara?
– Chiarissima, ma io non sono solito
accettare un “no” come risposta. Mai. – Aveva parlato con la stessa calma con
cui avrebbe discusso un rapporto d’affari, tuttavia c’era qualcosa in lui,
un’indole autoritaria che la rese consapevole del fatto che ciò che diceva era
la pura e semplice verità: non avrebbe accettato tanto facilmente un rifiuto.
Profondamente in collera con lui e con se
stessa, per il solo fatto di subire il suo fascino, gli puntò un dito contro,
agitandolo davanti ai suoi occhi. – Se pensa che mi lasci intimidire da lei, si
sbaglia di grosso. E ora, signor Sartori, se vuole scusarmi ho una classe che
mi aspetta per fare lezione. Addio.
Gli voltò le spalle,
allontanandosi senza dedicargli un’ultima occhiata. Aveva appena varcato la
porta quando udì la sua risata gutturale alle spalle. – Arrivederci,
professoressa. Non è detta l’ultima parola.
Ma
come osava?
Era certa di non aver mai incontrato un
uomo così arrogante e pieno di sé, e dire che nei suoi trent’anni di vita ne aveva
conosciuti di imbecilli! Sbuffò, esasperata, e si avviò su per le scale con un
diavolo per capello. Quella giornata era iniziata sotto una cattiva stella e
aveva il sospetto che non sarebbe affatto migliorata.
Etichette: erotico, New Adult, Romanzi a puntate
3 Commenti:
Accidenti, che tipo autoritario! Promette bene, eh?... ;-)
Verissimo, Eva. Ma anche gli uomini autoritari hanno il loro perché. ;-)
Ciao Laura!
Ma la seconda puntata? Sono così curiosa...
A proposito, meravigliosa scelta per il volto (e il corpo... ;-) ) di Andrea... Sam Heughan è fantastico!
Ciao, a presto
Eva P.
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